Giustizia italiana…. è proprio il caso di dire CHE DISASTRO:
Un disastro che si abbatte come una clava sulla testa di cittadini incolpati e incarcerati ingiustamente che poi, con grande fatica riescono a far valere la propria innocenza. Finire in carcere, in questo Paese, può significare la fine della propria vita sociale, famigliare, economica e, quando innocenti, anche psichica.
L’associazione errori giudiziari, che da quasi 30 anni studia il fenomeno degli innocenti che finiscono in manette nel nostro Paese ha contato quasi 29.700 casi di mala giustizia, tra errori giudiziari e ingiusta detenzione.
I reati che presentano il maggior numero di casi di ingiusta detenzione sono quelli per violenza sessuale e mafia.
Ma, a detta del mondo degli avvocati difensori, il problema più spinoso è rappresentato dalla carcerazione per custodia cautelare preventiva.
Tra le cause di arresto ingiusto si contano la faciloneria nel condurre le indagini, l’uso non corretto delle intercettazioni, le false accuse prese per oro colato e il famoso assunto NON POTEVA NON SAPERE.
I casi di ingiusta detenzione, del 1991 ad oggi, sono quasi 30. 000 e tra questi si possono citare esempi di ogni tipo e tutti eclatanti per la loro assurdità.
Vi sono casi in cui gli investigatori denunciano persone finite poi in carcere e condannati a processo, perché nelle loro intercettazioni telefoniche o ambientali ascoltando dialoghi in cui si parla di mozzarelle o pezzi di ricambio o quant’altro, hanno ritenuto si stesse parlando in modo cifrato di droga.
Oppure casi, anche numerosi, di persone denunciate con accuse inventate dai rivali in amore.
Tra i tantissimi casi di condanne per stupro mai commessi, ne spicca uno in cui il presunto colpevole dopo 18 mesi di carcere, 18 mesi ai servizi sociali e 40.000 € di indennizzo alla vittima del presunto stupro, riuscì a far valere la prova del DNA, che nessuno aveva tenuto in conto nei precedenti processi e che lo scagionò totalmente.
Gli occorsero 17 anni per avere quella sentenza di assoluta innocenza dalle accuse.
Ne uscì totalmente annientato e minato psicologicamente, economicamente e nella salute.
I risarcimenti per ingiusta detenzione, che non sono automatici ma vanno chiesti, prevedono 250 euro per ogni giorno in carcere e 125 per ogni giorno agli arresti domiciliari.
Un calcolo che comunque non può lenire i danni morali e psicologici causati dal calvario di chi è accusato e incarcerato ingiustamente.
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